domenica 22 maggio 2016

Giuseppe Ungaretti

Nacque ad Alessandria D'Egitto il 10 febbraio 1888 da genitori lucchesi. Il padre, operaio allo scavo del Canale di Suez, morì due anni dopo in un incidente sul lavoro. La madre, Maria Lunardini, gestì il forno di proprietà, con il quale garantì gli studi al figlio.
Nell'adolescenza, attraverso la rivista Mercure de France, il giovane si avvicinò alla letteratura francese e, grazie all'abbonamento a La Voce, alla letteratura italiana: inizia così a leggere le opere, tra gli altri, di Rimbaud, Mallarmè, Leopardi, Nietzche, Baudelaire.
Nel 1912 Ungaretti, dopo un breve periodo trascorso al Cairo, lasciò L'Egitto e si recò a Parigi. Nel tragitto vide per la prima volta L'Italia ed il suo paesaggio montano.
A Parigi conobbe Apollinaire, con il quale strinse una solida amicizia, così come con Giovanni Papini, Ardegno Soffici, Aldo Palazzeschi, Picasso, De Chirico, Modigliani e Braque.
Dopo qualche pubblicazione su Lacerba, decise di partire volontario per la Grande Guerra.
Combattè sul Carso e in seguito a questa esperienza scrisse le poesie che vennero stampate in sole ottanta copie presso una tipografia di Udine nel 1916, con il titolo Il Porto Sepolto, primo nucleo de L'Allegria, che poi pubblicherà in forma definitiva a Firenze nel 1919 col titolo Allegria Di Naufragi.
Nel 1920 sposò Jeanne Dupoix, dalla quale avrà due figli, Anna Maria e Antonietto.
Nel 1921 si trasferì a Marino (Roma) e collaborò all'Ufficio stampa del Ministro Degli Esteri.
Aderì al fascismo firmando il Manifesto Degli Intellettuali Antifascisti nel 1925.
In questi anni svolse una intesa attività su quotidiani e riviste francesi (Commerce e Mesures) e italiane (sulla La Gazzetta Del Popolo). Nel 1928 maturò invece la sua conversione religiosa al cattolicesimo, evidente nell'opera Sentimento Del Tempo (1933).
A partire dal 1931 ebbe l'incarico di inviato speciale per la Gazzetta Del Popolo e si recò in Egitto, in Corsica, in Olanda e nell'Italia meridionale, raccogliendo il frutto delle esperienze vissute ne Il Deserto e Dopo (1961). Nel 1933 il poeta aveva raggiunto il massimo della sua fama.
Nel 1936, durante un viaggio in Argentina gli venne offerta la cattedre di letteratura italiana presso L'Università di San Paolo del Brasile; trasferitosi con tutta la famiglia, vi rimarrà fino al 1942. A San Paolo nel 1939 morirà il figlio Antonietto, all'età di nove anni, per un'appendicite mal curata, lasciando il poeta in uno stato di grande prostrazione interiore, evidente in molte delle poesie raccolte ne Il Dolore del 1947 e in Un grido e paesaggi del 1952. Nel 1942 Ungaretti ritornò in Italia e venne nominato Accademico d'Italia e "per chiara fama" professore di letteratura presso l'Università di Roma, in ruolo fino al 1958 e poi, "fuori ruolo", fino al 1965. A partire dal 1952 la Mondadori iniziò la pubblicazione dell'opera omnia di Ungaretti, intitolata Vita di un uomo. In Italia raggiunse la fama presso il grande pubblico nel 1968, grazie alle sue letture televisive dell'Odissea. Morì a Milano nella notte tra il 1° e il 2 giugno 1970 per broncopolmonite. E' sepolto nel Cimitero del Verano accanto alla moglie Jeanne.
                                                                                               





                                                                                                            Lavinia Roncacci

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