venerdì 1 luglio 2016
domenica 29 maggio 2016
Fauves
Il Fauvismo è un movimento
pittorico francese, nato a Parigi nel 1905 e sciolto nel 1907, i cui principali
esponenti sono: Henri Matisse, Andrè Derain, Maurice
de Vlaminck.
Il termine "Fauves" fu utilizzato per la prima volta nel 1905 dal critico francese Louis Vauxcelles, per sottolineare, in senso spregiativo, l'uso "selvaggio" del colore di alcuni pittori che esponevano in quell'anno le loro opere al Salon dè Automne, a Parigi.
Il Fauvismo fu il primo dei grandi movimenti d'avanguardia dell'arte europea nel periodo di sperimentazione, che si ebbe tra la fine del XIX secolo e la prima guerra mondiale.
La nascita del Fauvisme
Il termine "Fauves" fu utilizzato per la prima volta nel 1905 dal critico francese Louis Vauxcelles, per sottolineare, in senso spregiativo, l'uso "selvaggio" del colore di alcuni pittori che esponevano in quell'anno le loro opere al Salon dè Automne, a Parigi.
Il Fauvismo fu il primo dei grandi movimenti d'avanguardia dell'arte europea nel periodo di sperimentazione, che si ebbe tra la fine del XIX secolo e la prima guerra mondiale.
La nascita del Fauvisme
Gli artisti che fecero parte
della nuova corrente, erano già presente nel panorama della pittura francese da
alcuni anni, ma i loro nomi divennero famosi soprattutto a partire dal 1905.
Il Fauvismo in pochi anni portò polemicamente alle estreme conseguenze i germi di rinnovamento insiti nelle precedenti esperienze artistiche di pittori come Paul Gauguin e Vincent Van Gogh, compreso il taglio visivo degli Impressionisti e dall'influenza del fenomeno del primitivismo e dell'esotismo affermatisi proprio in quegli anni.
Nel1907 l 'avventura del Fauvismo poteva definirsi
conclusa: i capofila del movimento proseguirono distintamente il loro cammino
artistico.
La tecnica ed i colori del Fauvisme
Il Fauvismo in pochi anni portò polemicamente alle estreme conseguenze i germi di rinnovamento insiti nelle precedenti esperienze artistiche di pittori come Paul Gauguin e Vincent Van Gogh, compreso il taglio visivo degli Impressionisti e dall'influenza del fenomeno del primitivismo e dell'esotismo affermatisi proprio in quegli anni.
Nel
La tecnica ed i colori del Fauvisme
I colori primari furono usati in funzione
decisamente antinaturalistica, alberi viola e figure umane rosse, scelti ed
accostati liberamente ed arbitrariamente secondo una coerenza insita
esclusivamente nell'armonia della composizione.
La prospettiva viene ignorata ed il senso della profondità prodotto dalla visione di scorcio su un piano unico e dal contrasto cromatico.
Quello che contava per i Fauves non era il significato dell'opera, il chiaroscuro o la prospettiva, ma la semplificazione delle forme, l'immediatezza e il colore.
I dipinti dei Fauves attirarono derisione ed insulti; il critico Camille Mauclair (1872-1945), per esempio, scrisse che "Un barattolo di pittura è stato lanciato in faccia al pubblico".
Ma ci furono anche recensioni favorevoli. Gertrude e Leo Stein comprarono il quadro che attirava i peggiori insulti: Donna con cappello di Matisse.
La prospettiva viene ignorata ed il senso della profondità prodotto dalla visione di scorcio su un piano unico e dal contrasto cromatico.
Quello che contava per i Fauves non era il significato dell'opera, il chiaroscuro o la prospettiva, ma la semplificazione delle forme, l'immediatezza e il colore.
I dipinti dei Fauves attirarono derisione ed insulti; il critico Camille Mauclair (1872-1945), per esempio, scrisse che "Un barattolo di pittura è stato lanciato in faccia al pubblico".
Ma ci furono anche recensioni favorevoli. Gertrude e Leo Stein comprarono il quadro che attirava i peggiori insulti: Donna con cappello di Matisse.
Martina Mazzi
Take me to church
E' una di quelle canzoni che hanno, nel destino, il successo.
Non importa quanto tempo sia necessario perché debba esplodere a livello
internazionale: prima o poi avverrà. Ed è stato proprio così, per il brano di
Hozier, sempre più ascoltato e scoperto negli ultimi mesi, grazie alle rotazioni
radiofoniche, al passaparola e alle charts di tutto il mondo. Ma, in questo
post, vogliamo darvi qualche curiosità in più sul brano e sul significato del
testo.
1. Pubblicata in Irlanda a settembre 2013, ha debuttato al
primo posto su iTunes e alla numero 2 nella classifica ufficiale dei singoli
più venduti.
2. Parlando dell'amore, Hozier ha dichiarato: "
"Ho trovato l'esperienza di innamorarsi o essere innamorati come una
morte, una morte di tutto quanto. E' come guardare te stesso morire in un modo
meraviglioso e per un momento brevissimo- se ti vedi per un attimo attraverso
gli occhi degli altri - vedi svanire tutto quello che credevi di te stesso,
morte e rinascita"
3. Il video ufficiale che accompagna il brano ha attirato
molta attenzione mediatica. E' stato diretto da Brendan Canty e critica la
repressione delle persone omosessuali in Russia: "Crescere in Irlanda, la
Chiesa è sempre lì - l'ipocrisia, la codardia politica. Il video ha lo stesso
tema - un'organizzazione che mina l'umanità.
4. Il pezzo è stato scritto in seguito a una rottura con la
sua prima fidanzata: questo è sia una canzone d'amore che una contemplazione
del peccato.
5. Il
passaggio "I was born sick, but I love it. Command me to be well" è
stato ispirato dal poema Chorus Sacerdotum di Fulke Greville, drammaturgo
elisabettiano, del 1554 ("created sick, commanded to be sound").
6. Hozier ha raccontato così il significato della canzone a
The Cut: "Sessualità e orientamento sessuale - indipendentemente
dall'orientamento - è solo qualcosa di naturale. Un atto sessuale è una delle
cose più umane. Ma un'organizzazione come la Chiesa, per esempio, attraverso la
sua dottrina, pregiudicherebbe l'umanità, insegnand che l'orientamento sessuale
è un peccato o che offende Dio La canzone è sull'affermare se stessi e
rivendicare la propria umanità attraverso un atto d'amore".
7. Ha poi aggiunto che non vuole essere un attacco alla fede
o alla religione: "Venendo dall'Irlanda, ovviamente, c'è un po' di una
sbornia culturale sull'influenza della chiesa Hai un sacco di gente in giro con
un grosso peso nel cuore e una delusione, e che trasportano da generazione in
generazione. Ma la canzone è solamente un'affermazione di sé, un recupero
dell'umanità indietro per qualcosa che è più naturale e utile".
8. Il pezzo è stato usato come spot televisivo per Beats con
la superstar LeBron James mentre torna a casa, nella sua città natale, in Ohio.
E una voce fuori campo
esclama: "Don't ever forget where you came from".
9. E' la canzone con la parola "Church" nel titolo
con il miglior risultato della storia nella Billboard Hot 100. "Church of
the Poison Mind" dei Culture Club ha raggiunto la posizione # 10 nel 1983
ed è stato il precedente miglior risultato.
10. Dall'inizio del 2014, su Spotify, è stata ascoltata
oltre 87 milioni di volte.
Edgar Degas
Edgar Degas (1834-1917) tra tutti i pittori impressionisti
è quello che conserva la maggiore originalità e distanza dagli altri. I suoi
quadri rimangono ancorati ad una solidità formale assente negli altri pittori.
Ciò fu, probabilmente, originato dalla sua formazione giovanile che lo portava
ad essere un pittore più borghese degli altri. Degas era infatti figlio di un
banchiere e compì, a differenza di altri suoi amici, regolari studi classici.
Viaggiò molto in Italia, suggestionato dalla pittura rinascimentale di
Raffaello e Botticelli. Nel 1862 realizzò il suo primo quadro che lo rese
famoso: «La famiglia Bellelli». In esso raffigura la famiglia della sorella
sposata ad un fiorentino di nome Bellelli. Nel quadro compaiono il marito, la
moglie e due figlie. Negli anni successivi iniziò ad uscire dal suo ambiente
borghese per frequentare il Café Guerbois dove strinse amicizia con Manet e gli
altri pittori che avrebbero formato il gruppo degli impressionisti. Fu tra i
fondatori del gruppo e fu proprio egli ad organizzare la mostra presso il
fotografo Nadar. Partecipò a tutte le otto successive mostre impressioniste,
tranne quella del 1882. Le sue differenze con gli altri impressionisti sono
legate soprattutto alla costruzione disegnata e prospettica dei suoi quadri. Le
forme non si confondono con la luce. Sono invece rese plastiche con la luce
tonale. Ciò che contraddistingue i suoi quadri sono sempre dei tagli prospettici
molto arditi. Per questi scorci si è molto parlato dell’influenza delle stampe
giapponesi, anche se appare evidente che i suoi quadri hanno una inquadratura
tipicamente fotografica. Tra i suoi soggetti preferiti ci sono le ballerine,
(che costituiscono un tema del tutto personale), e le scene di teatro. Anche in
questo, Degas coincide con l’impressionismo: la scelta poetica di dar immagine
alla vita urbana, con i suoi riti e i suoi miti, a volte borghesi, a volte
bohemiène.
Cristina Massullo
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Il Romanticismo
Il romanticismo è un movimento artistico
dai contorni meno definiti rispetto al neoclassicismo. Benché si affermi in
Europa dopo che il neoclassicismo ha esaurito la sua vitalità, ossia intorno al
1830, in
realtà era nato molto prima. Le prime tematiche che lo preannunciavano sorsero
già verso la metà del XVIII secolo. Esse, tuttavia, rimasero in incubazione
durante tutto lo sviluppo del neoclassicismo, per riapparire e consolidarsi
solo nei primi decenni dell’Ottocento. Il romanticismo ha poi cominciato ad
affievolirsi verso la metà del XIX secolo, anche se alcune sue suggestioni e
propaggini giungono fino alla fine del secolo.
Il romanticismo è un movimento che si
definisce bene proprio confrontandolo con il neoclassicismo. In sostanza,
mentre il neoclassicismo dà importanza alla razionalità umana, il romanticismo
rivaluta la sfera del sentimento, della passione ed anche della irrazionalità.
Il neoclassicismo è profondamente laico e persino ateo; per contro il
romanticismo è un movimento di grandi suggestioni religiose. Il neoclassicismo
aveva preso come riferimento la storia classica; il romanticismo, invece,
guarda alla storia del medioevo, rivalutando questo periodo che, fino ad
allora, era stato considerato buio e barbarico. Infine, mentre il
neoclassicismo impostava la pratica artistica sulle regole e sul metodo, il
romanticismo rivalutava l’ispirazione ed il genio individuale.
È da considerare, inoltre che, mentre il
neoclassicismo è uno stile internazionale, ed in ciò rifiuta le espressioni
locali considerandole folkloristiche, ossia di livello inferiore, il
romanticismo si presenta con caratteristiche differenziate da nazione a
nazione. Così, di fatto, risultano differenti il romanticismo inglese da quello
francese, o il romanticismo italiano da quello tedesco, e così via.
Il romanticismo, in realtà, a differenza
del neoclassicismo, non è uno stile, in quanto non si fonda su dei principi
formali definiti. Esso può essere invece considerato una poetica, in quanto,
più che alla omogeneità stilistica, tende alla omogeneità dei contenuti. Questi
contenuti della poetica romantica sono sintetizzabili in quattro grandi
categorie:
1. l’armonia dell’uomo nella natura
2. il sentimento della religione
3. la rivalutazione dei caratteri
nazionali dei popoli
4. il riferimento alle storie del medioevo.
Uno dei tratti più caratteristici del
romanticismo è la rivalutazione del lato passionale ed istintivo dell’uomo.
Questa tendenza porta a ricercare le atmosfere buie e tenebrose, il mistero, le
sensazioni forti, l’orrido ed il pauroso. L’artista romantico ha un animo
ipersensibile, sempre pronto a continui turbamenti. L’artista non si sente più
un borghese ma inizia a comportarsi sempre più in modo anticonvenzionale. In
alcuni casi sono decisamente asociali e amorali. Sono artisti disperati e
maledetti che alimentano il proprio genio di trasgressioni ed eccessi.
L’artista romantico è un personaggio
fondamentalmente pessimista. Vive il proprio malessere psicologico con grande
drammaticità. E il risultato di questo atteggiamento è un arte che, non di
rado, ricerca l’orrore, come in alcuni quadri di Gericault che raffigurano
teste di decapitati o nelle visioni allucinate di Goya quali «Saturno che
divora i figli».
L’arte romantica riscopre anche la sfera
religiosa, dopo un secolo, il Settecento, che era stato fortemente laico ed
anticlericale. La riscoperta dei valori religiosi era iniziata già nel 1802 con
la pubblicazione, da parte di Chateaubriand, de Il genio del Cristianesimo.
Negli stessi anni iniziava, soprattutto in Germania, grazie a von Schlegel e
Schelling, una concezione mistica ed idealistica dell’arte intesa come dono
divino. L’arte deve scoprire l’anima delle cose, rivelando concetti quali il
sentimento, il religioso, l’interiore. Il primo pittore a seguire queste
indicazioni fu il tedesco C. D. Friedrich. Questo interesse per la dimensione della
interiorità e della spiritualità umana portò, in realtà, il romanticismo a
preferire linguaggi artisti non figurativi, come la musica e la letteratura o
la poesia. Queste, infatti, sono le arti che, più di altre, incarnano lo
spirito del romanticismo.
giovedì 26 maggio 2016
Jean Michel Basquiat
Jean Michel Nato a New York il 22 dicembre 1960, Basquait ha avuto una carriera rapidissima, ma non per questo poco incisiva. Ha infatti lasciato più di mille disegni e altrettanti dipinti. Nei suoi primi anni dipingeva in strada con Al Diaz firmandosi con il nome Samo (acronimo di "SAMe Old shit").
Nel 1981 partecipa alla retrospettiva "New York/New Wave", insieme ad altri artisti come Robert Mapplethorpe, Keith Haring, Andy Warhol e Kenny Scharf.
La prima mostra personale di Jean-Michel fu organizzata nel marzo del 1982 a Modena e, contemporaneamente a New York nella galleria di Annina Nosei.
Nel 1983 strinse una forte amicizia con Andy Warhol - conosciuto già anni prima -, il quale lo aiuta a sfondare nel mondo dell'arte. Purtroppo nei suoi anni di attività si avvicinò anche alla droga, e la morte di Warhol nel 1987, avvenuta in seguito ad alcune complicazioni sorte dopo un intervento chirurgico, contribuì ad aggravare la situazione. Morì per overdose di eroina a soli 27 anni il 12 agosto 1988.
Basquiat è stato definito da alcuni il Picasso nero (Black Picasso) ma questa definizione è stata definita dall'artista stesso da un lato lusinghiera, ma dall'altro anche avvilente.
Ernst Ludwig Kirchner
Ernst Ludwig Kirchner è un pittore, scultore e incisore
tedesco, nato nel 1880 ad Aschaffenburg, in Baviera. È considerato uno dei
padri dell’Espressionismo, corrente artistica dei primi anni del Novecento che
cerca di svincolarsi dalle regole del passato per esprimere con più efficacia
le tensioni emotive e psicologiche dell’uomo, che al contrario dell’
impressionismo, non riporta quello che vede il pittore a prima vista, bensì
quello che il paesaggio trasmette al pittore, tutte le emozioni che gli
scatena, riportate su tela.
Dopo aver studiato architettura, comincia a dipingere e nel
1905 fonda il gruppo «Die Brucke» (il Ponte) insieme a Karl Schmidt-Rottluff,
Fritz Bleyl ed Erich Heckel. Scelgono questo nome perché intendono gettare un
ponte verso quegli elementi artistici allora in fermento che si contrappongono
all’arte dominante del tempo. Qualche anno dopo aderiscono al gruppo anche Emil
Nolde, Max Pechstein e Otto Mueller.
Nel 1910 aderisce alla Nuova Secessione di Berlino e l’anno
seguente vi si trasferisce e insieme a
Pechstein fonda una scuola artistica che però non ha alcuna fortuna. Dopo
diversi allontanamenti da parte di alcuni suoi amici pittori, nel 1913 Kirchner
scioglie il gruppo «Die Brucke».
Da questo momento comincia il declino fisico e psicologico
di questa singolare figura di artista. L’anno successivo, allo scoppio della
Prima Guerra Mondiale, parte volontario per il fronte, ma l’esperienza della
guerra lo distrugge nel profondo. Nel 1917 viene congedato per insanità
mentale. Gli amici lo portano in Svizzera, a Davos. Qui recupera parte della
sua lucidità, ma l’equilibrio interiore è ormai minato.Nel 1937 i suoi quadri
vengono esposti nella mostra voluta dai nazisti sull’«arte degenerata». L’anno
successivo Kirchner si toglie la vita.
MIA MOLINELLI
Il Pianeta Terra
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domenica 22 maggio 2016
Giuseppe Ungaretti
Nacque ad Alessandria D'Egitto il 10 febbraio 1888 da genitori lucchesi. Il padre, operaio allo scavo del Canale di Suez, morì due anni dopo in un incidente sul lavoro. La madre, Maria Lunardini, gestì il forno di proprietà, con il quale garantì gli studi al figlio.
Nell'adolescenza, attraverso la rivista Mercure de France, il giovane si avvicinò alla letteratura francese e, grazie all'abbonamento a La Voce, alla letteratura italiana: inizia così a leggere le opere, tra gli altri, di Rimbaud, Mallarmè, Leopardi, Nietzche, Baudelaire.
Nel 1912 Ungaretti, dopo un breve periodo trascorso al Cairo, lasciò L'Egitto e si recò a Parigi. Nel tragitto vide per la prima volta L'Italia ed il suo paesaggio montano.
A Parigi conobbe Apollinaire, con il quale strinse una solida amicizia, così come con Giovanni Papini, Ardegno Soffici, Aldo Palazzeschi, Picasso, De Chirico, Modigliani e Braque.
Dopo qualche pubblicazione su Lacerba, decise di partire volontario per la Grande Guerra.
Combattè sul Carso e in seguito a questa esperienza scrisse le poesie che vennero stampate in sole ottanta copie presso una tipografia di Udine nel 1916, con il titolo Il Porto Sepolto, primo nucleo de L'Allegria, che poi pubblicherà in forma definitiva a Firenze nel 1919 col titolo Allegria Di Naufragi.
Nel 1920 sposò Jeanne Dupoix, dalla quale avrà due figli, Anna Maria e Antonietto.
Nel 1921 si trasferì a Marino (Roma) e collaborò all'Ufficio stampa del Ministro Degli Esteri.
Aderì al fascismo firmando il Manifesto Degli Intellettuali Antifascisti nel 1925.
In questi anni svolse una intesa attività su quotidiani e riviste francesi (Commerce e Mesures) e italiane (sulla La Gazzetta Del Popolo). Nel 1928 maturò invece la sua conversione religiosa al cattolicesimo, evidente nell'opera Sentimento Del Tempo (1933).
A partire dal 1931 ebbe l'incarico di inviato speciale per la Gazzetta Del Popolo e si recò in Egitto, in Corsica, in Olanda e nell'Italia meridionale, raccogliendo il frutto delle esperienze vissute ne Il Deserto e Dopo (1961). Nel 1933 il poeta aveva raggiunto il massimo della sua fama.
Nel 1936, durante un viaggio in Argentina gli venne offerta la cattedre di letteratura italiana presso L'Università di San Paolo del Brasile; trasferitosi con tutta la famiglia, vi rimarrà fino al 1942. A San Paolo nel 1939 morirà il figlio Antonietto, all'età di nove anni, per un'appendicite mal curata, lasciando il poeta in uno stato di grande prostrazione interiore, evidente in molte delle poesie raccolte ne Il Dolore del 1947 e in Un grido e paesaggi del 1952. Nel 1942 Ungaretti ritornò in Italia e venne nominato Accademico d'Italia e "per chiara fama" professore di letteratura presso l'Università di Roma, in ruolo fino al 1958 e poi, "fuori ruolo", fino al 1965. A partire dal 1952 la Mondadori iniziò la pubblicazione dell'opera omnia di Ungaretti, intitolata Vita di un uomo. In Italia raggiunse la fama presso il grande pubblico nel 1968, grazie alle sue letture televisive dell'Odissea. Morì a Milano nella notte tra il 1° e il 2 giugno 1970 per broncopolmonite. E' sepolto nel Cimitero del Verano accanto alla moglie Jeanne.
Lavinia Roncacci
Nell'adolescenza, attraverso la rivista Mercure de France, il giovane si avvicinò alla letteratura francese e, grazie all'abbonamento a La Voce, alla letteratura italiana: inizia così a leggere le opere, tra gli altri, di Rimbaud, Mallarmè, Leopardi, Nietzche, Baudelaire.
Nel 1912 Ungaretti, dopo un breve periodo trascorso al Cairo, lasciò L'Egitto e si recò a Parigi. Nel tragitto vide per la prima volta L'Italia ed il suo paesaggio montano.
A Parigi conobbe Apollinaire, con il quale strinse una solida amicizia, così come con Giovanni Papini, Ardegno Soffici, Aldo Palazzeschi, Picasso, De Chirico, Modigliani e Braque.
Dopo qualche pubblicazione su Lacerba, decise di partire volontario per la Grande Guerra.
Combattè sul Carso e in seguito a questa esperienza scrisse le poesie che vennero stampate in sole ottanta copie presso una tipografia di Udine nel 1916, con il titolo Il Porto Sepolto, primo nucleo de L'Allegria, che poi pubblicherà in forma definitiva a Firenze nel 1919 col titolo Allegria Di Naufragi.
Nel 1920 sposò Jeanne Dupoix, dalla quale avrà due figli, Anna Maria e Antonietto.
Nel 1921 si trasferì a Marino (Roma) e collaborò all'Ufficio stampa del Ministro Degli Esteri.
Aderì al fascismo firmando il Manifesto Degli Intellettuali Antifascisti nel 1925.
In questi anni svolse una intesa attività su quotidiani e riviste francesi (Commerce e Mesures) e italiane (sulla La Gazzetta Del Popolo). Nel 1928 maturò invece la sua conversione religiosa al cattolicesimo, evidente nell'opera Sentimento Del Tempo (1933).
A partire dal 1931 ebbe l'incarico di inviato speciale per la Gazzetta Del Popolo e si recò in Egitto, in Corsica, in Olanda e nell'Italia meridionale, raccogliendo il frutto delle esperienze vissute ne Il Deserto e Dopo (1961). Nel 1933 il poeta aveva raggiunto il massimo della sua fama.
Nel 1936, durante un viaggio in Argentina gli venne offerta la cattedre di letteratura italiana presso L'Università di San Paolo del Brasile; trasferitosi con tutta la famiglia, vi rimarrà fino al 1942. A San Paolo nel 1939 morirà il figlio Antonietto, all'età di nove anni, per un'appendicite mal curata, lasciando il poeta in uno stato di grande prostrazione interiore, evidente in molte delle poesie raccolte ne Il Dolore del 1947 e in Un grido e paesaggi del 1952. Nel 1942 Ungaretti ritornò in Italia e venne nominato Accademico d'Italia e "per chiara fama" professore di letteratura presso l'Università di Roma, in ruolo fino al 1958 e poi, "fuori ruolo", fino al 1965. A partire dal 1952 la Mondadori iniziò la pubblicazione dell'opera omnia di Ungaretti, intitolata Vita di un uomo. In Italia raggiunse la fama presso il grande pubblico nel 1968, grazie alle sue letture televisive dell'Odissea. Morì a Milano nella notte tra il 1° e il 2 giugno 1970 per broncopolmonite. E' sepolto nel Cimitero del Verano accanto alla moglie Jeanne.
Lavinia Roncacci
Golpe de estado en Chile
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Surrealismo
Il surrealismo è un movimento culturale molto diffuso nella cultura del Novecento che nasce come evoluzione del Dadaismo. Ha coinvolto tutte learti visive, anche letteratura e cinema, quest'ultimo nato negli anni venti a Parigi, dove, nel 1925 è stata allestita la prima mostra del movimento. Esso ebbe come principale teorico il poeta André Breton, che canalizzò la vitalità distruttiva del dadaismo. Breton fu influenzato dalla lettura deL'interpretazione dei sogni di Freud del 1899; dopo averlo letto arrivò alla conclusione che era inaccettabile il fatto che il sogno (e l'inconscio) avesse avuto così poco spazio nella civiltà moderna e pensò quindi di fondare un nuovo movimento artistico e letterario in cui il sogno e l'inconscio avessero un ruolo fondamentale. Nacque così il surrealismo. Il primo Manifesto surrealista del 1924, definì così il surrealismo: Il surrealismo è quindi un automatismo psichico, ovvero quel processo in cui l'inconscio, quella parte di noi che emerge durante i sogni, emerge anche quando siamo svegli e ci permette di associare libere parole, pensieri e immagini senza freni inibitori e scopi preordinati. I surrealisti si avvalevano di diverse tecniche per far in modo di attivare il loro inconscio: il frottage (strofinamento) il grattage (grattamento, raschiamento) • il collage • l'assemblage • il dripping (Max Ernst è il primo ad utilizzare questa tecnica, resa famosa dopo la seconda guerra mondiale da Jackson Pollock). Il surrealismo ha tre tematiche principali: • amore: inteso come fulcro della vita • sogno e follia: considerati i mezzi per superare la razionalità (molti surrealisti ammiravano Freud e Jung) • liberazione: dell'individuo dalle convenzioni sociali. La caratteristica comune a tutte le manifestazioni surrealiste è la critica radicale alla razionalità cosciente, e la liberazione delle potenzialità immaginative dell'inconscio per il raggiungimento di uno stato conoscitivo "oltre" la realtà (sur-realtà) in cui veglia e sogno sono entrambe presenti e si conciliano in modo armonico e profondo. Il Surrealismo è certamente la più "onirica" delle manifestazioni artistiche, proprio perché dà accesso a ciò che sta oltre il visibile. Inoltre esso comprende immagini nitide e reali ma accostandole tra di loro senza alcun nesso logico. Il pensiero surrealista si manifestò spesso come ribellione alle convenzioni culturali e sociali, concepita come una trasformazione totale della vita, attraverso la libertà di costumi, la poesia e l'amore. Il movimento surrealista è di gran lunga il più longevo fra le avanguardie storiche, e la sua diffusione capillare in tutto il mondo ha reso la sua storia molto variegata rispetto a movimenti circoscritti nel tempo e nello spazio come il dadaismo o il futurismo. L'attività del primo gruppo surrealista parigino, gravitante intorno ad André Breton, vide la partecipazione di un grande numero di scrittori e artisti di diverso orientamento, spesso in conflitto tra loro e con la guida spirituale del movimento. Tra gli artisti di arti visive più riconosciuti spaziamo tra Joan Miró nel suo allucinato mondo parallelo popolato di forme geometriche colorate sospese che ricerca l'interiorità delle cose con crescente astrazione. Con Max Ernst l'illogica scava nel profondo dell'animo umano; René Magritte che gioca molto sull'estraniamento dalla realtà e le sue opere sono sollecitazioni visive che ci portano a riflettere. E, naturalmente, c'è Salvador Dalí ("il surrealismo sono io"), con la sua fantastica o fantasmatica proiezione del "sogno" e del pensiero subcosciente o pre-cosciente in una visionaria pseudo-realtà. Le opere più importanti sono: persistenza deella memoria, salvador dalì, 1931, olio su tela, 25x35, MoMA New York canto d’amore, Giorgio de Chirico, olio su tela, 1914, New York MoMA il maestro di scuola, Rene Magritte, 1954 olio su tela, Ginevra, collezione privata la sera che cade, Rene Magrite, 1964, olio su tela, collezione privata.
Martina Mazzi
Martina Mazzi
venerdì 20 maggio 2016
Viandante sul mare di nebbia
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giovedì 19 maggio 2016
L' architettura del novecento
L'ARCHITETTURA
Nel periodo fra le due guerre si affermano nuovi stili destinati a rinnovare i principi e i metodi costruttivi.
Le Corbusier (1887-1965) è il maggior esponente del MOVIMENTO MODERNO, detto anche RAZIONALISMO, che intende l'architettura come uno spazio che possa soddisfare realmente le esigenze pratiche di chi lo abita e possa incrementare la qualità della vita di ogni uomo.
Per Le Corbusier la bellezza di un'architettura coincide con la sua Funzionalità.
Contemporaneamente si afferma negli Stati Uniti Frank Lloyd Wright (1867-1959), che realizza un'architettura che possa inserirsi in perfetta armonia con l'ambiente naturale senza alterarlo.
Negli anni settanta in Europa e in America, in contrasto coi principi dell'architettura funzionale, si diffonde una nuova tendenza basata sullo sfruttamento delle nuove tecnologie costruttive e l'adozione di materiali sofisticati, detta anche ARCHITETTURA HI-TECH. Gli architetti, fra cui Renzo Piano, intendono rivendicare le proprie abilità creative e impossessarisi di nuovi criteri estetici al passo con la Contemporaneità.
La continua trasformazione del tessuto urbano ha indotto alcuni architetti a occuparsi delle infrastutture: è il caso di Santiago Calatrava, che ricorre molto spesso al cemento armato e ai cavi d'acciaio ad alta resistenza per rendere le sue architettureaffascinanti per leggerezza e dinamicità.
LAVINIA RONCACCI 3C
Negli anni settanta in Europa e in America, in contrasto coi principi dell'architettura funzionale, si diffonde una nuova tendenza basata sullo sfruttamento delle nuove tecnologie costruttive e l'adozione di materiali sofisticati, detta anche ARCHITETTURA HI-TECH. Gli architetti, fra cui Renzo Piano, intendono rivendicare le proprie abilità creative e impossessarisi di nuovi criteri estetici al passo con la Contemporaneità.
La continua trasformazione del tessuto urbano ha indotto alcuni architetti a occuparsi delle infrastutture: è il caso di Santiago Calatrava, che ricorre molto spesso al cemento armato e ai cavi d'acciaio ad alta resistenza per rendere le sue architettureaffascinanti per leggerezza e dinamicità.
le Corbusier, La Cappella di Notre dam Du Haut, 1953 Ronchamp, Francia. |
Le Corbusier, Villa Sovoye, 1931, Poissy, Parigi. |
Frank Lloyd Wright, Casa Sulla Cascata, 1936, Bear Run, Pennsylvania. |
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Roncacci Lavinia
La Pop Art
La pop art è un movimento artistico che è emerso a metà degli anni
cinquanta in Gran Bretagna e all'inizio degli anni sessanta negli Stati
Uniti; la pop art ha presentato una sfida alle tradizioni d'arte
includendo l'immaginario dalla cultura popolare come la pubblicità e le
notizie. Il materiale oggetto dell'espressione artistica è, a volte,
rimosso visivamente dal suo contesto noto, isolato, e in combinazione
con materiale estraneo. Il concetto di pop art si riferisce non tanto
all'arte stessa, quanto piuttosto agli atteggiamenti che la determinano.
Questa nuova forma d'arte popolare è in netta contrapposizione con l'eccessivo intellettualismo dell'Espressionismo astratto e rivolge la propria attenzione agli oggetti, ai miti e anche ai linguaggi della societa dei consumi.
L'appellativo "popolare" deve essere inteso però in modo corretto. Non come arte del popolo o per il popolo, ma più puntualmente come arte di massa, cioè prodotta in serie. E poiché la massa non ha volto, l'arte che la esprime deve essere il più possibile anonima: solo così potrà essere compresa e accettata dal maggior numero possibile di persone.
In un mondo dominato dal consumo, la pop art respinge la depressione dell'interiorità e dell'istintività e guarda, invece, al mondo esterno, al complesso di stimoli visivi che circondano l'uomo contemporaneo: il cosiddetto "folclore Lates". È infatti un'arte aperta alle forme più popolari di comunicazione: le tizique, la pubblicità, i quadri riprodotti in serie. Il fatto di voler mettere sulla tela o in scultura oggetti quotidiani elevandoli a manifestazione artistica si può idealmente collegare al movimento svizzero data, ma completamente spogliato da quella carica anarchica, provocatoria e critica.
Questa nuova forma d'arte popolare è in netta contrapposizione con l'eccessivo intellettualismo dell'Espressionismo astratto e rivolge la propria attenzione agli oggetti, ai miti e anche ai linguaggi della societa dei consumi.
L'appellativo "popolare" deve essere inteso però in modo corretto. Non come arte del popolo o per il popolo, ma più puntualmente come arte di massa, cioè prodotta in serie. E poiché la massa non ha volto, l'arte che la esprime deve essere il più possibile anonima: solo così potrà essere compresa e accettata dal maggior numero possibile di persone.
In un mondo dominato dal consumo, la pop art respinge la depressione dell'interiorità e dell'istintività e guarda, invece, al mondo esterno, al complesso di stimoli visivi che circondano l'uomo contemporaneo: il cosiddetto "folclore Lates". È infatti un'arte aperta alle forme più popolari di comunicazione: le tizique, la pubblicità, i quadri riprodotti in serie. Il fatto di voler mettere sulla tela o in scultura oggetti quotidiani elevandoli a manifestazione artistica si può idealmente collegare al movimento svizzero data, ma completamente spogliato da quella carica anarchica, provocatoria e critica.
Il Ciclo vitale di una stella
Cattedrale di Rouen
Monet aveva 52 anni quando decise di rappresentare la facciata della Cattedrale di Rouen.
In realtà l’artista non era affascinato dalla Cattedrale come edifico, ma dalla varietà di colori e luci che la facciata medievale proponeva allo spettatore nei diversi momenti della giornata e a seconda delle stagioni e delle condizioni metereologiche.
L’artista dipinse la facciata della cattedrale di Rouen nei diversi orari della giornata e dell’anno nel tentativo di catturare la luce.
La Cattedrale perde i suoi connotati reali e diventa la rappresentazione di un istante, ma in cui è possibile percepire il suo carattere precario e in continuo mutamento.
Il tentativo di Monet di catturare la visione di un attimo si traduce in una rappresentazione frammentata della Cattedrale, che sembra quasi irriconoscibile e che sembra ridotto a mille pezzetti che il nostro occhio ha il compito di ricostruire.
L’abilità di Monet nelle 31 tele dedicate alla Cattedrale di Rouen conferma il raggiungimento della piena maturità dell’artista e da lì a pochi anni, nel 1899, inizierà la sua “ossessione” per le Ninfee del suo giardino.
Gli occhi dell’artista impressionista verranno catturati dal gioco di colori che le Ninfee creano insieme al cielo e all’acqua, realizzando un ciclo di circa 250 dipinti.
In realtà l’artista non era affascinato dalla Cattedrale come edifico, ma dalla varietà di colori e luci che la facciata medievale proponeva allo spettatore nei diversi momenti della giornata e a seconda delle stagioni e delle condizioni metereologiche.
L’artista dipinse la facciata della cattedrale di Rouen nei diversi orari della giornata e dell’anno nel tentativo di catturare la luce.
La Cattedrale perde i suoi connotati reali e diventa la rappresentazione di un istante, ma in cui è possibile percepire il suo carattere precario e in continuo mutamento.
Il tentativo di Monet di catturare la visione di un attimo si traduce in una rappresentazione frammentata della Cattedrale, che sembra quasi irriconoscibile e che sembra ridotto a mille pezzetti che il nostro occhio ha il compito di ricostruire.
L’abilità di Monet nelle 31 tele dedicate alla Cattedrale di Rouen conferma il raggiungimento della piena maturità dell’artista e da lì a pochi anni, nel 1899, inizierà la sua “ossessione” per le Ninfee del suo giardino.
Gli occhi dell’artista impressionista verranno catturati dal gioco di colori che le Ninfee creano insieme al cielo e all’acqua, realizzando un ciclo di circa 250 dipinti.
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martedì 17 maggio 2016
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domenica 15 maggio 2016
San Benedetto da Norcia
San Benedetto da Norcia (Norcia, 2 marzo 480 circa – Montecassino, 21 marzo 547) è stato
un monaco italiano, fondatore dell'ordine dei Benedettini. Viene venerato da tutte le
chiesSan Benedetto, fratello di santa Scolastica, nacque verso il 480 nella città
umbra di Norcia. Il padre Eutropio, figlio di Giustiniano Probo della gens Anicia, era Console e Capitano Generale
dei Romani nella regione di Norcia, mentre la
madre era Abbondanza Claudia de' Reguardati di Norcia; quando ella morì,
secondo la tradizione, i due fratelli furono affidati alla nutrice Cirilla.e
cristiane che riconoscono il culto dei santi. È il patriarca del
monachesimo occidentale. Dopo un periodo di solitudine presso il sacro Speco di
Subiaco, passò alla forma cenobitica prima a Subiaco, poi a Montecassino. La
sua Regola, che riassume la tradizione monastica orientale adattandola con saggezza
e discrezione al mondo latino, apre una via nuova alla civiltà europea dopo il
declino di quella romana. In questa scuola di servizio del Signore hanno un
ruolo determinante la lettura meditata della parola di Dio e la lode liturgica,
alternata con i ritmi del lavoro in un clima intenso di carità fraterna e di
servizio reciproco. Nel solco di San Benedetto sorsero nel continente europeo e
nelle isole centri di preghiera, di cultura, di promozione umana, di ospitalità
per i poveri e i pellegrini. Due secoli dopo la sua morte, saranno più di mille
i monasteri guidati dalla sua Regola. Paolo VI lo proclamò patrono d'Europa (24
ottobre 1964).
Ilaria Vergari
sabato 14 maggio 2016
Notte stellata van gogh
rielaborazione del dipinto "notte stellata" di V. Van Gogh |
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rielaborazione di un dipinto di G. Seurat |
rielaborazione del quadro "Notte Stellata" di Van Gogh |
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