Monet aveva 52 anni quando decise di rappresentare la facciata della Cattedrale di Rouen.
In realtà l’artista non era affascinato dalla Cattedrale come edifico, 
ma dalla varietà di colori e luci che la facciata medievale proponeva 
allo spettatore nei diversi momenti della giornata e a seconda delle 
stagioni e delle condizioni metereologiche.
L’artista dipinse la facciata della cattedrale di Rouen nei diversi 
orari della giornata e dell’anno nel tentativo di catturare la luce.
La Cattedrale perde i suoi connotati reali e diventa la rappresentazione
 di un istante, ma in cui è possibile percepire il suo carattere 
precario e in continuo mutamento.
Il tentativo di Monet di catturare la visione di un attimo si traduce in
 una rappresentazione frammentata della Cattedrale, che sembra quasi 
irriconoscibile e che sembra ridotto a mille pezzetti che il nostro 
occhio ha il compito di ricostruire.
L’abilità di Monet nelle 31 tele dedicate alla 
Cattedrale di Rouen conferma il raggiungimento della piena maturità 
dell’artista e da lì a pochi anni, nel 1899, inizierà la sua 
“ossessione” per le Ninfee del suo giardino.
Gli occhi dell’artista impressionista verranno catturati dal gioco di   colori che le Ninfee creano insieme al cielo e all’acqua, realizzando un ciclo di circa 250 dipinti.    

 
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