
La famiglia si trasferì a Christiani (l'odierna Oslo)
nel 1864, quando Christian Munch venne impiegato come medico presso
la fortezza di Akershus. Sin dalla fanciullezza,Edvard fu provato da una
serie interminabile di disgrazie familiari: la madre morì di tubercolosi
nel 1868, seguita da Johanne Sophie nel 1877, che spirò stroncata dalla stessa
malattia. A curarsi del giovane Munch, dopo la morte della madre, vi erano
il padre e la zia Karen; fu in questo periodo che il giovinetto iniziò ad
interessarsi all'arte, disegnando per tenersi occupato nei momenti di stasi una
dei suoi dipinti più importanti è L’urlo. Muore anche il padre.Egli nella
pittura trova un mezzo efficace per esprimere la sua angoscia e le sue domande
nei confronti del dolore e dei drammi dell’esistenza,anche la natura è
partecipe delle angosce umane.
L’URLO(1893)
L’URLO(1893)

L'urlo di quest'opera, insomma, è
un'esplosione di energia psichica di inaudita potenza, che rende la tela una
metafora della morte che spazza via, travolge, il senso della vita: proprio
come fa questo grido sordo, un modo di guardare dentro di sé, ritrovandovi solo
sofferenza.
Lavinia Roncacci 3^c
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