Nell'adolescenza, attraverso la rivista Mercure de France, il giovane si avvicinò alla letteratura francese e, grazie all'abbonamento a La Voce, alla letteratura italiana: inizia così a leggere le opere, tra gli altri, di Rimbaud, Mallarmè, Leopardi, Nietzche, Baudelaire.
Nel 1912 Ungaretti, dopo un breve periodo trascorso al Cairo, lasciò L'Egitto e si recò a Parigi. Nel tragitto vide per la prima volta L'Italia ed il suo paesaggio montano.
A Parigi conobbe Apollinaire, con il quale strinse una solida amicizia, così come con Giovanni Papini, Ardegno Soffici, Aldo Palazzeschi, Picasso, De Chirico, Modigliani e Braque.
Dopo qualche pubblicazione su Lacerba, decise di partire volontario per la Grande Guerra.
Combattè sul Carso e in seguito a questa esperienza scrisse le poesie che vennero stampate in sole ottanta copie presso una tipografia di Udine nel 1916, con il titolo Il Porto Sepolto, primo nucleo de L'Allegria, che poi pubblicherà in forma definitiva a Firenze nel 1919 col titolo Allegria Di Naufragi.
Nel 1920 sposò Jeanne Dupoix, dalla quale avrà due figli, Anna Maria e Antonietto.
Nel 1921 si trasferì a Marino (Roma) e collaborò all'Ufficio stampa del Ministro Degli Esteri.
Aderì al fascismo firmando il Manifesto Degli Intellettuali Antifascisti nel 1925.
In questi anni svolse una intesa attività su quotidiani e riviste francesi (Commerce e Mesures) e italiane (sulla La Gazzetta Del Popolo). Nel 1928 maturò invece la sua conversione religiosa al cattolicesimo, evidente nell'opera Sentimento Del Tempo (1933).
A partire dal 1931 ebbe l'incarico di inviato speciale per la Gazzetta Del Popolo e si recò in Egitto, in Corsica, in Olanda e nell'Italia meridionale, raccogliendo il frutto delle esperienze vissute ne Il Deserto e Dopo (1961). Nel 1933 il poeta aveva raggiunto il massimo della sua fama.
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Lavinia Roncacci
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